Sono trascorsi tre giorni dalla data in cui, come ogni anno, faccio memoria del mio S. Battesimo (7 febbraio) e inviterei anche ciascuno di voi a ritrovare la data del proprio, per poter festeggiare con gioia e gratitudine l’inizio della vita cristiana.

È bello scoprire da dove si comincia; qualunque esperienza ha un punto di inizio ed uno di fine.

Anche il mio libro, quello che ho scritto a partire da un’esperienza vissuta, ha un incipit che prende fondamentalmente spunto da queste parole di san Paolo: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28). E dato che il nostro appuntamento settimanale sulla Mistica Cristiana non credo possa far male a qualcuno, vi invito a condividerlo con i vostri amici e conoscenti come augurio di bene.

Giovedì scorso vi accennavo al valore della lectio divina e credo sia opportuno incominciare a capire insieme di cosa si tratta. La Lectio è “una pratica cristiana dell’ascolto della Parola di Dio, che deriva da una antica tradizione ebraica e che ci apre all’unione mistica con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo” [pp.18-19].

Spesso per descriverla si fa riferimento all’immagine del “cammino”, così da sottolineare che è un esercizio composto da tappe, ovvero “otto passi progressivi, che si possono poi sintetizzare in sei oppure in tre”.
Il primo passo, che affrontiamo oggi, è la lettura “che ha lo scopo di rispondere alla semplice domanda: che cosa dice questo brano?”.

Si legge e si rilegge, cercando di individuare la struttura del testo, i personaggi che lo rendono vivo e vivace, così come gli aggettivi, i verbi, le azioni, i contesti in cui esse si svolgono. A volte è utile sottolineare alcuni elementi o evidenziarli in qualche modo, per concentrare l’attenzione mentale su di essi. Quando si comincia a familiarizzare con la Parola di Dio vengono in mente avvenimenti o figure bibliche che riportano azioni o reazioni simili e si possono andare a cercare, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.
È proprio un impegno, ma non deve essere affaticato dal pensiero del risultato, bensì condotto dallo Spirito Santo che non va mai dimenticato. Anzi, andrebbe sempre invocato ancor prima di cominciare il cammino, perché se ci è dato percorrerlo non è per pura erudizione, ma per “incontrare” la presenza di Cristo che vuole affiancarsi a noi e condurci alla vera meta, così come ha voluto fare con i discepoli di Emmaus. Ricordate? Ma…ora non corriamo troppo avanti e incominciamo a sperimentare personalmente questo primo passo. Fatemi sapere!