In questo penultimo post del nostro itinerario settimanale verso la Mistica Cristiana pongo più di un interrogativo fondamentale, con tutta l’intensità di chi ha a cuore il proseguimento del vostro/nostro cammino spirituale.

Comincio dalla domanda: come possiamo essere cristiani oggi, alla luce di quello che abbiamo condiviso in questi mesi?

Nel mio libro ho già abbozzato una risposta, ma qui con voi ricordo che Gesù stesso ha delineato i profili di questa identità affermando che in ogni luogo e in ogni tempo ci riconosceranno come cristiani, ovvero come suoi discepoli autentici, se avremo amore gli uni per gli altri (cf «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» Gv 15,12).

Questa affermazione è il cuore stesso del Vangelo e dovrebbe diventare la nostra “regola di vita”, umana e spirituale, da oggi in poi.

Ma permettetemi un’altra domanda, ora che ci troviamo in un certo qual modo nel tempo della verifica circa i passi compiuti assieme. Vi chiedo, con grande apprensione paterna e fraterna, “di fronte alle difficoltà nostre e altrui, quali rimedi mettiamo in atto: la contrapposizione o lo stile suggerito da Gesù Cristo della sovrabbondanza dell’amore partendo dall’altro («Fai agli altri quello che desideri che gli altri facciano a te», Mt 7,12-14)? [cf pag.101]

Se volete rispondere nei commenti a questi miei interrogativi ve ne sono grato, ma desidererei che ciascuno lo facesse primariamente nel proprio cuore. Diventare capaci di testimoniare un amore che va oltre i legami familiari è segno di una inabitazione feconda dello Spirito Santo, che ci rende familiari di Dio Padre e quindi di tutti i Suoi figli. Essere proiettati in una tale direzione significa contribuire concretamente a dare speranza di continuità sia all’esistenza del cristianesimo sia al cammino di tutto il popolo di Dio, che secondo la Volontà del Signore non devono mai venire meno nella storia del mondo. Non siamo chiamati, però, a compiere azioni eroiche perché tutto questo si realizzi! Bastano gesti semplici “che favoriscono, esplicitano e approfondiscono l’amore reciproco” (una visita a chi è solo, una telefonata, una cortesia). Facciamone esperienza appena ne abbiamo l’occasione, oppure creiamo noi stessi queste occasioni di testimonianza nella carità reciproca. Solo così la nostra esistenza sarà certamente bene-detta sia da Dio sia dalle sorelle e dai fratelli che Lui ci ha voluto far incontrare nel nostro cammino terreno.