Quando si arriva al termine della mia pubblicazione sulla Mistica Cristiana, che ci ha portato a riflettere insieme fino ad oggi, ci si imbatte in un paragrafo intitolato “Vivere il mandato di Gesù” [cf pp.94-100] che richiama Gv 17,1-26, ovvero la cosiddetta “preghiera testamentaria di Gesù”.

In questa preghiera di addio, piena di dolcezza e di amore, Gesù “parte dalla comunione trinitaria e si apre alla comunione ecclesiale”, nell’intento di insegnarci la dinamica essenziale della vita cristiana che corrisponde al continuo movimento di passaggio dall’IO al NOI. Che senso avrebbe, quindi, aver capito in che modo vivere al meglio la mistica nel quotidiano se dimenticassimo che “serve” più agli altri che a noi stessi?

Ben sapete che quando si sceglie un amore di appartenenza si usa il segno dell’anello per dirselo reciprocamente, ma se vogliamo che parli con la forza della sua esistenza a chi ci incontra lo si porta al dito della mano, appunto chiamato anulare, che è collegato al cuore.

Così è l’invito concreto che Gesù fa ad un’anima mistica: essere come Lui una cosa sola con il Padre nello S. Santo, “che è relazione di conoscenza, di amore e di comunione” [p.96], per vivere visibilmente il quotidiano come “buona e lieta notizia” (Vangelo).

E ricordiamoci che, partecipando attivamente alla sua missione di unità, Gesù non ci inviterà mai a divulgare fake news, ma a diffondere la “gloria di Dio” a favore dei fratelli e delle sorelle che vivono con noi e che vivranno dopo di noi.

“Il termine ebraico «gloria» implica l’idea di peso, di valore reale, di importanza, di rispetto e di forte presenza” [p.96] per cui il Signore Gesù ci chiede innanzitutto di vivere il primato della Parola, la centralità dell’Eucaristia, il farsi prossimo nella comunione e nella solidarietà, ma senza proselitismi, bensì con il fascino di un amore fraterno credibile e per questo felicemente contagioso.

Che dite? Ci vogliamo far contagiare da questo Amore di Dio una volta per tutte!?