Misurando Il cammino fatto fino ad oggi, con il passo del nostro appuntamento settimanale, potrei dire che il tragitto segnato dalle pagine del mio libro sta ormai giungendo al termine, ma se valuto il senso spirituale di questa esperienza di condivisione credo sia più corretto affermare che non stiamo concludendo una strada percorsa insieme, ma ne stiamo gradualmente scoprendo di nuove in un nuovo orizzonte.

Una volta ho letto una frase di Proust che se all’epoca mi è sembrata molto cristiana, ora potrei considerare molto “mistica”; diceva: “L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”!

Ed è proprio di questa “novità cristiana” che oggi vorrei parlare con voi.

Senza troppe argomentazioni si tratta dell’originalità della Rivelazione, che ci rende capaci di credere ad un Dio CON noi, PER noi e “che si dona a noi con l’offerta della vita di suo Figlio” [p.88] così da essere IN ciascuno di noi.

Nel dare un indirizzo preciso a questo orientamento si parla di “via dell’interiorità”, fatta di pazienza, calma, perseveranza, silenzio interiore, accettazione di noi stessi e della nostra storia. Considerate l’assenza di questi atteggiamenti come la mancanza di diottrie per vedere bene l’azione dello Spirito di Dio nella nostra vita quotidiana.

Quindi servono occhiali nuovi, potenziati, magari colorati perché la realtà assuma il significato mistico che possiede! E se davanti a noi c’è solo il buio, che i santi chiamavano “notti oscure”? Non diamoci per vinti, ma ricordiamo questa verità: “Dio purifica i nostri sensi interni ed esterni. Lui desidera che lo cerchiamo e lo seguiamo solo perché è Lui e non per le emozioni che proviamo” [p.92]. Lui ha ancora bisogno di “mistici” gioiosi e credibili anche nel nostro tempo, per convincere l’umanità smarrita che la Sua presenza non verrà mai meno. Quindi, care sorelle e fratelli, di fronte ad un Dio che ci chiede questo atto di amore come possiamo tirarci indietro?