“Bologna, cosa c’è da vedere? La Torre degli Asinelli, San Petronio e….?”

30 ottobre, ore 6,30, in 43 (massima capienza sul bus a causa Covid), abbiamo partecipato alla visita di Bologna. Con una validissima guida ci siamo recati in piazza Maggiore per ammirare la Fontana raffigurante il dio Nettuno simboleggiante papa Pio IV che, con la mano tesa sui “quattro fiumi”: Gange, Nilo, Rio delle Amazzoni e Danubio indica il potere della Chiesa sul mondo allora conosciuto. La visita è proseguita ammirando la Basilica di San Petronio sia all’esterno (facciata incompiuta per mancanza di marmo bloccato dai contrasti tra Bologna e lo Stato della Chiesa) e all’interno con la maestosa grandiosità (è la prima chiesa al mondo, per grandezza, costruita in mattoni) In mattoni sono costruiti anche la maggior parte di edifici e portici (da qui la denominazione di Bologna la “Rossa”). Bologna detiene il record mondiale di portici percorribili (più di 50 km tra quelli all’interno delle mura e quelli all’esterno). I portici, nel 2021, sono diventati “patrimonio dell’umanità dell’UNESCO”. Il portico che, dal centro città, con 666 archi arriva al Santuario di San Luca, misura quasi 4 km. Altra tappa: la Gerusalemme Bolognese, complesso detto delle “Sette Chiese” e chiamata Basilica di Santo Stefano, opera voluta da San Petronio nel V secolo per richiamare i pellegrini che, non potendo recarsi a Gerusalemme, avrebbero potuto visitare (anche se in misura ridotta: 50%) i luoghi della Passione e Risurrezione di Gesù, in particolare il Santo Sepolcro. Durante il tragitto, sostando sotto le due Torri più importanti di Bologna: Garisenda e Asinelli (in città oggi se ne contano 22 delle oltre 100 nel XIII secolo), abbiamo ascoltato, dalla guida, come Bologna sia anche detta la “Dotta” per le sue Chiese, l’Università (la più antica del mondo ancora in funzione), i suoi Musei (più di 40), le librerie, ecc.

Bologna è anche detta la “Grassa”, merito dei Celti che hanno introdotto in Italia e in particolare in Emilia, l’allevamento e la lavorazione del maiale. Non a caso i prodotti tipici sono: il Prosciutto di Parma, il Salame di Felino, la Coppa Piacentina, lo Zampone di Modena, il Culatello di Zibello, e soprattutto la Mortadella di Bologna e, di conseguenza, i famosi Tortellini.

Concludendo la visita, alla domanda iniziale: “Cosa c’è da vedere a Bologna?”, la risposta è: “il prossimo viaggio, di più giorni, lo potremmo fare nella capitale dell’Emilia Romagna e nel suo circondario per ammirare le tantissime cose che non abbiamo visto e gustare la gastronomia del territorio”.

Dopo un pranzo a base di pasta e salumi, rigorosamente “emiliani”, presso la trattoria Croara, a S. Lazzaro di Savena in collina, con una vista mozzafiato su Bologna, il nostro viaggio è proseguito per il Santuario Beata Vergine delle Grazie a Boccadirio (è per importanza il secondo Santuario della DiocesiBolognese dopo quello di San Luca), situato sull’Appennino al confine tra l’Emilia Romagna e la Toscana. Luogo di spiritualità, immerso nei boschi, dove si respira un’aria di pace e in cui lo spirito si eleva in gratitudine e in preghiera a Dio e a Maria che qui, il 16 luglio 1480 apparve a due pastorelli, Donato e Cornelia, ai quali predisse una vita consacrata nella religiosità (Donato si fece sacerdote e Cornelia divenne Suor Brigida). La Madonna chiese anche che venisse costruito un luogo per la preghiera, fu così che sorse il Santuario meta di pellegrinaggi e processioni anche a piedi dalla città di Prato. Prima della Santa Messa concelebrata e presieduta da don Giulio, che ha richiamato i presenti al comandamento dell’Amore, dalle parole pronunciate da Gesù e ascoltate nel Vangelo della Messa e che dobbiamo mettere in pratica se vogliamo essere riconosciuti come discepoli di Cristo, Padre Franco, Rettore del Santuario, ci ha raccontato la storia della nascita e il cammino che è stato  fatto del Santuario che, sull’altare reca una scultura del Della Robbia nella quale Maria presenta Gesù ai fedeli che vengono anche per riconciliarsi con Dio e per ammirare questo luogo davvero unico.

Le foto qui sotto illustrano diversi momenti della giornata

Il prossimo appuntamento per gli aderenti al Movimento Terza Età è fissato per il 4 dicembre come evidenziato con avviso a parte.