Tu sei cristiano per mezzo della carità e per la carità: per nient’altro e a nient’altro.
Se dimentichi la carità, ti rendi assurdo e se la tradisci, diventi mostruoso.
Nessuna giustizia può dispensarti dalla sua legge.
Se ti stacchi da lei per ricevere qualcosa più grande di lei, tu preferisci la ricchezza alla vita.
Se ti stacchi da lei per dare qualcosa migliore di lei
tu privi tutto il mondo del solo tesoro che sei fatto per donare.

Se la carità è per te praticamente facoltativa, non occorre scomodarti per Abidjan (aderendo al MtE) o per altrove:
non sei che un buono a nulla.
Noi siamo liberi da ogni obbligo ma totalmente dipendenti da una sola necessità: la carità.
La carità è più che il necessario per esistere,
più che il necessario per vivere, più che il necessario per agire.
La carità è la nostra vita che si eterna.
Quando lasciamo la carità, noi lasciamo la vita.
Un atto senza carità è una morte improvvisa, un atto della carità è una resurrezione immediata.
Tu non puoi fare la carità: tu la ricevi.
La carità imperfetta è un dono incompiutamente ricevuto.
La carità è gratuita pur essendo necessaria:
tu non la guadagni come ad un concorso; la guadagni desiderandola, domandandola, ricevendola
e trasmettendola.

Non s’impara la carità, se ne fa conoscenza a poco a poco imparando a conoscere Cristo.

È la fede nel Cristo che ci rende capaci di carità, è la vita del Cristo che ci rivela la carità,
è la vita del Cristo che c’insegna come desiderare domandare ricevere la carità.

È lo spirito del Cristo che ci fa vivi di carità attivi mediante la carità.
Tutto può servire alla carità.
Tutto è sterile senza di lei. Noi stessi per primi.

Scritto per un gruppo in partenza per la Costa d’Avorio, 1961