Riportiamo alcune riflessioni che giovedi 14 aprile 2016 don Tommaso ci ha illustrato durante l’incontro sul tema: “Vivere i Sacramenti” nell’ambito delle proposte per l’Anno della Misericordia che, come anziani, stiamo vivendo nella nostra Comunità.“

Prima del Concilio Vaticano II era messo, al centro delle dottrina della Chiesa, il problema del peccato e della Redenzione da parte di Gesù, mediante il Battesimo, puntando sul terzo capitolo della Genesi.
Durante e dopo il Concilio è stato “riscoperto” il primo e secondo capitolo della Genesi e cioè: tutto ciò che è stato creato da Dio è bello e buono, addirittura l’uomo è stata l’opera creatrice “molto buona” pertanto bisognava rimettere al centro l’esperienza di bene e la Grazia di Dio.
Documento innovativo e sconvolgente del Concilio Vaticano II è la “Gaudium et spes”: la Chiesa non è più di fronte o in contrapposizione al mondo ma si mette all’interno del mondo, la Chiesa ha qualcosa da imparare dal mondo perché anche il mondo è stato creato da Dio stesso e l’ha creato così bene che anche i non credenti possono insegnare qualcosa ai credenti; questa è una cosa molto bella che segna una rivoluzione nel modo di pensare. Un frutto del Concilio è che, in questi anni, si è assistito al superamento della contrapposizione tra la Chiesa e il mondo.

I primi due capitoli della Genesi ci dicono che Dio ha fatto tutto per bene, solo il terzo capitolo ci parla del peccato. Per questo i ragazzi oggi, nel Sacramento della Confessione, prima di tutto ringraziano per le cose belle e buone che hanno ricevuto, in un secondo momento confessano le loro colpe e poi, su suggerimento del confessore, si impegnano e promettono di fare scelte positive.
Tre sono i punti evidenziati da don Tommaso:
1-    Recuperare la dimensione dei Sacramenti con i quali il Signore raggiunge ogni persona nella storia, nel tempo e in ogni luogo.
2-    Il Concilio ha favorito il mutamento di prospettiva; Dio ci ha creati bene, belli, buoni; quindi la Fede non deve servire per sanare una umanità brutta o cattiva ma per renderla ancora più bella e più buona.
3-    È cambiato il contesto esterno alla Chiesa: politico, sociale, culturale il che ha favorito il dialogo tra i due soggetti: la Chiesa e il Mondo.

I Sacramenti sono doni che aiutano a gustare la salvezza che già possediamo in quanto figli di Dio perché, il Signore, ci è vicino; sono gesti che prolungano la presenza di Gesù in mezzo a noi.
L’Eucarestia è il primo dei Sacramenti perché contiene la presenza di Gesù che si manifesta ancora tra noi. Tutti all’interno della Messa hanno un compito preciso e importante: partecipare in modo attivo, consapevole e fruttuoso.
Il Battesimo è un dono per entrare in una relazione piena con Dio, riconoscere di essere figli di Dio quindi invitare i nostri figli a dare questo “dono” ai propri figli, i nostri nipoti.
Il Sacramento dell’Estrema Unzione è diventato il Sacramento dell’Unzione agli infermi, un aiuto per l’ammalato in un momento particolare della sua malattia”.

Alcuni compiti che noi adulti siamo invitati a svolgere:
–         invitare i nostri ragazzi ad avere grandi ideali nella vita, essere generosi, altruisti, aperti agli altri. Questo è fondamentale.
–         essere creativi e saper indicare ciò che è buono e ciò che è meno buono.
–         riflettere su come la famiglia è capace di educare alla fede.
–         fare “invidia” ai nostri nipoti della gioia, della contentezza, della speranza, della bellezza che abbiamo quando torniamo da Messa.
–         non essere critici sulle scelte fatte dai nostri nipoti.
–         interrogarci sulla nostra non testimonianza dell’Amore che Dio ci dona durante l’Eucarestia domenicale.

Altri compiti che ci ha affidato sono:
–         raccontare quali forme si vivono nelle nostre famiglie per testimoniare il Vangelo (durante  i pranzi domenicali, nelle riunioni con i parenti, nei piccoli gesti per far conoscere Gesù ai nipoti, ecc.).
–         condividere i piccoli gesti di generosità e di altruismo che ci sono nelle nostre famiglie.

Nel ringraziare don Tommaso per la sua presenza, ci auguriamo di averlo in un prossimo incontro in cui ci aiuti a svolgere bene il nostro ruolo di “educatori” nei confronti delle generazioni più giovani.

 A.M.