Da uno scritto di Mons. Renzo Marzorati su “Avvenire” del 13.05.2007

Sono trascorsi quindici anni dal 20 maggio 1992, giorno nel quale il cardinale Giovanni Colombo concludeva il cammino terreno per entrate nella pienezza dell’eterno incontro con Dio.


Da Rettore Maggiore dei Seminari milanesi, molti ricordano la sua attenzione alle persone, la perspicacia unita alla delicatezza nell’aiutare la personalità dei futuri sacerdoti ad emergere, a formarsi in modo pieno.

Divenuto Arcivescovo di Milano, si trovò ad esercitare il suo ministero pastorale in tempi difficili. Ricordiamo le contestazioni del ’68, che investirono anche la Chiesa e la sua persona, da lui affrontate con fermezza e coraggio. Da sottolineare in quel periodo anche la difesa, decisa e motivata, del Rito Ambrosiano, attaccato nel periodo post-conciliare da coloro che, per uniformità o maggior comodità di sussidi, avrebbero preferito metterlo da parte. Fu proprio il cardinale Colombo ad iniziare seriamente la riforma del nostro rito, per adeguarlo alle linee e alle direttive espresse dal Concilio, pur mantenendone le caratteristiche secolari.

È da ricordare particolarmente la sua attenzione e il suo impegno per le persone anziane, la cosiddetta «Terza Età», con l’indicazione, nella Lettera Pastorale del 1973, di una linea pastorale che cominciò quasi subito, con la collaborazione dell’Azione Cattolica, ad essere attuata nelle parrocchie. Nasceva il Movimento Terza Età, che oggi è vivo e presente in molte comunità della nostra diocesi. Più di diecimila animatori e animatrici, un impegno a vincere la solitudine dell’anziano, promovendo iniziative religiose, culturali, di svago e tempo libero.

La vigilia della festa di Sant’Ambrogio del 1982, giunto ormai agli 80 anni, il Cardinale sottolineava nella basilica del Santo Patrono quello che egli stesso aveva definito «il carisma della longevità»: «Ora mi è dato – e lo reputo una grazia dolcissima del Signore – di sperimentare nella mia stessa persona la bontà delle linee fondamentali che ho tracciato per gli anziani…».

Appena qualche anno più tardi, nasceva per sua iniziativa quell’Ateneo dell’età anziana (così egli volle chiamarlo), che oggi porta il suo nome, ed è frequentato da quasi novecento persone. A quella Università per la Terza Età egli dedicò particolari attenzioni. La incoraggiò, la sostenne anche economicamente, vi tenne anche alcune bellissime ed apprezzate lezioni di letteratura italiana.

Anche se negli ultimi decenni tante situazioni sono cambiate, tanti problemi degli anziani si presentano in modo diverso, le intuizioni e le indicazioni del cardinale Colombo conservano grande valore. Il suo ricordo ci spinge a lavorare con impegno generoso e attento ai cambiamenti nel servizio delle persone nell’età anziana. Ormai le persone che hanno superato i 60 anni sono almeno un terzo dell’intera popolazione. Il cardinale Colombo aveva visto bene: occorre che la pastorale delle nostre comunità sia attenta a questa fascia della popolazione, che vuole ancora crescere nella fede e nella conoscenza, che vuole avere parte attiva anche nella vita delle nostre parrocchie, che attende di essere coinvolta con proposte nuove e stimolanti.

Il ricordo del cardinale Colombo, che con decisione lungimirante ha dato inizio a questa Pastorale dell’anziano rinnovi per tutti, laici e sacerdoti, l’impegno a dar vita e a far crescere queste iniziative pastorali.