Giubileo Straordinario della Misericordia, 8 dicembre  2015 – 20 Novembre 2016

SIGNIFICATO

Viene detto anche Anno Santo, perché promuove la santità della vita dei credenti. È l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, della conversione e della penitenza sacramentale. Per Papa Francesco sarà “un modo per risvegliare la nostra coscienza, spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”.

GIUBILEO EBRAICO

Il termine giubileo deriva dall’ebraico jobel cioè il corno d’ariete usato dagli israeliti come tromba per annunciare l’anno santo come prescritto dal Libro del Levitico:  «Dichiarerete santo il 50° anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia».

Queste le disposizioni a cui attenersi: riposo della terra, remissione dei debiti, liberazione degli schiavi e restituzione al proprietario originale dei terreni venduti.

GIUBILEO 2015 – 2016

BOLLA DI INDIZIONE 2015-2016
Il 13 marzo 2015, giorno dell’ingresso nel terzo anno del suo Pontificato, Francesco ha indetto l’Anno santo straordinario della misericordia attraverso la Bolla Misericordiae Vultus   Si tratta di un documento ufficiale e solenne che indica la data e definisce le modalità principali di svolgimento del Giubileo.

MISERICORDIA è uno dei nomi di Dio, uno dei suoi attributi. La parola italiana deriva dalle due parole latine miser e cor, che indicano il cuore toccato dalla miseria. Misericordia significa amore compassionevole, che si prende cura della persona

GIUBILEO CRISTIANO

Il primo giubileo nasce il 22 ottobre 1300 indetto da Papa Bonifacio VIII. La storia della Chiesa degli ultimi sette secoli è costellata di Anni Santi: ordinari e straordinari. Quelli ordinari sono legati a scadenze prestabilite ogni venticinque anni (ne sono stati celebrati ventisei fino all’ultimo nel 2000).
Quelli straordinari, invece, sono stati indetti in occasione di avvenimenti particolari, per ottenere un aiuto divino in momenti difficili della Chiesa, oppure in occasioni solenni, a partire dal XVI secolo.
Ultimi Giubilei Straordinari:

  • Anno Santo del 1933, indetto da Pio XI, per il XIX centenario della redenzione.
  • Anno Santo del 1983 indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della redenzione.
  • Nel 1983 Giovanni Paolo II parlò di due forti motivazioni che lo avevano spinto a questa proclamazione: la volontà di sottolineare la centralità del mistero della redenzione come motore della fede; il desiderio di aprire il cammino della Chiesa verso il Terzo Millennio

 Avere misericordia significa imitare il Signore che si china sulle povertà dell’uomo, guardare all’altro con cuore compassionevole, pronto al perdono. Nella Misericordiae vultus, il Papa definisce la misericordia “architrave della Chiesa”.

LA MISERICORDIA

Gesù Cristo è il Volto della Misericordia del Padre. MISERICORDIA è la sintesi del mistero della fede cristiana. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà», non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina.
Misericordia è …
…è fonte di gioia, di serenità, di pace e condizione della nostra salvezza;
…è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità;
…è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio, in Gesù, ci viene incontro;
…è la luce e la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita;
…è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato;
…è preambolo al perdono, perché apre il cuore alla vergogna di noi stessi per tutta la nostra storia di miseria e di peccato, e ci induce a chiedere perdono a Dio;
…è il grembo che, accogliendoci nell’amore e offrendoci il perdono, ci rimette al mondo come esseri rinnovati.

LA MISERICORDIA E LA SACRA SCRITTURA

Nella «pienezza del tempo», quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre. Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.
Misericordia è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore non può mai essere una parola astratta. Per sua natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. Lui, buon Pastore, desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. Come ama il Padre così devono amare i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri.

MOTTO E LOGO

Nel motto, tratto da Lc 6,36, Misericordiosi come il Padre, si propone di vivere la Misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura.
Il logo è opera di padre Ivo Marko Rupnik. L’immagine indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione e propone il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Dal disegno emerge che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita.

LE OPERE DI MISERICORDIA

Il Papa vuole che durante il Giubileo si rifletta sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Così da entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. «Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare.»

Noi anziani abbiamo imparato le opere di Misericordia a memoria nei lontani anni del nostro catechismo, ma le cose ripetute giovano. Ripassiamole allora velocemente, una per una.

OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE:
– DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
– DAR DA BERE AGLI ASSETATI
– VESTIRE GLI IGNUDI
– ALLOGGIARE I PELLEGRINI
– ASSISTERE GLI AMMALATI
– VISITARE I CARCERATI
– SEPPELLIRE I MORTI

OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE:
– CONSIGLIARE I DUBBIOSI
– INSEGNARE AGLI IGNORANTI
– AMMONIRE I PERCCATORI
– CONSOLARE GLI AFFLITTI
– PERDONARE LE OFFESE
– SOPPORTARE PAZIENTAMENTE LE PERSONE MOLESTE
– PREGARE DIO PER I VIVI E PER I MORTI

IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

«Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore.» In questo Sacramento, i sacerdoti diventano strumenti della Misericordia di Dio, perché agiscono nella Persona di Cristo. Questo è molto bello. Se tu non sei capace di parlare dei tuoi sbagli con il fratello, sta sicuro che non sei capace di parlarne neanche con Dio e, finisci per per non farlo neanche davanti a te stesso. Il perdono ha anche un risvolto sociale perché anche i miei fratelli, le mie sorelle e la Società vengono feriti dal mio peccato. Confessarsi davanti al sacerdote è un modo di mettere il proprio cuore e la propria vita nelle mani e nel cuore di un altro che, in quel momento, agisce in nome e per conto di Gesù.
Papa Francesco, in occasione del suo viaggio a Cuba, si era autoproclamato Missionario della Misericordia . Il 10 Febbraio scorso ha nominato altri 1071 Missionari della Misericordia, scegliendoli tra sacerdoti e religiosi di tutto il mondo, come segno della sollecitudine materna della Chiesa per il Popolo di Dio. Ad essi ha attribuito una speciale facoltà di assolvere anche i peccati riservati alla Sede Apostolica, particolarmente gravi, anche se poco praticati, come: la profanazione dell’Eucaristia e la violazione del segreto del confessionale, che comportano la scomunica automatica. Anche L’aborto, per esempio, è un peccato che prevede la scomunica automatica.
In questi casi i Missionari della Misericordia avranno la facoltà di rimettere direttamente la scomunica e di concedere l’assoluzione per accostarsi di nuovo ai sacramenti, cosa che, normalmente, un sacerdote non può fare.  È l’iniziativa più originale del Giubileo, che Papa Francesco ha così spiegato: “Essi – ha detto – dovranno essere sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti ad esprimere l’afflato del Buon Pastore nella loro predicazione e confessione”.

APERTURA DEL GIUBILEO

Papa Francesco: «Ho scelto la data dell’8 dicembre 2015 perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. È il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II».
San Giovanni XXIII disse all’apertura del Concilio per indicare il sentiero da seguire: «Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore… La Chiesa Cattolica, mentre con questo Concilio Ecumenico innalza la fiaccola della verità cattolica, vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati.»

CONCLUSIONE DEL GIUBILEO

L’Anno giubilare si concluderà nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016.
«In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia.
Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro.
Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio!»

I SEGNI DEL GIUBILEO: IL PELLEGRINAGGIO

Il pellegrinaggio è un segno peculiare dell’Anno Santo perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Il pellegrinaggio è dunque un percorso di pentimento e di preparazione al rinnovamento interiore che il fedele compie sui passi di Gesù. Il pellegrinaggio è anche un itinerario materiale. Infatti per ottenere l’indulgenza giubilare bisogna andare pellegrini in una delle quattro Basiliche maggiori a Roma (San Pietro; San Giovanni in Laterano; Santa Maria Maggiore; San Paolo fuori le Mura), oppure in luoghi di pellegrinaggio legati al Giubileo che saranno indicati in ogni diocesi del mondo.

CHIESE GIUBILARI AMBROSIANE

DUOMO

ALTRE CHIESE GIUBILARI:
MILANO – BASILICA S. AMBROGIO
MILANO- SANTUARIO BEATO CARLO GNOCCHI
VARESE – SANTUARIO DI S. MARIA DEL MONTE
LECCO – BASILICA S. NICOLO’
RHO – SANTUARIO DELLA VERGINE ADDOLORATA
SEVESO – SANTUARIO S. PIETRO DA VERONA
NELLA DIOCESI DI MILANO VE NE SONO COMPLESSIVAMENTE 59

LA PORTA SANTA E L’ INDULGENZA

Il passaggio attraverso la Porta Santa di ogni chiesa giubilare evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia attraverso Cristo, che chiama tutti a partecipare ai frutti della redenzione del Signore e della sua misericordia.
Gesù a Suor Faustina, che gli chiedeva come potesse sopportare tanti misfatti e tanti peccati, senza decidere di impartire una punizione Divina, rispose:  “Per punire ho tutta l’eternità ed ora prolungo il tempo della Misericordia, ma guai a loro, se non riconosceranno il tempo della Mia venuta”.
“Prima, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia”.
L’Indulgenza E’ l’espressione dell’amore indulgente e misericordioso di Dio nei confronti dell’uomo peccatore.
L’indulgenza è la remissione della pena temporale per i peccati già “perdonati” da Dio attraverso la Confessione.

La teologia cattolica insegna che ogni nostro peccato ha duplice conseguenza:

  • genera una colpa che è rimessa all’assoluzione sacramentale nella Confessione, attraverso la quale il peccatore è rimesso allo stato di grazia e alla comunione con Dio;
  • comporta una pena che permane oltre l’assoluzione. L’uomo peccatore, pur riconciliato con Dio, è ancora segnato da quei “residui” del peccato che non lo rendono totalmente aperto alla grazia.

La pena temporale può essere espiata sulla terra con preghiere e penitenze, con opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Per estinguere il debito della pena temporale la Chiesa permette ai fedeli battezzati di accedere alle indulgenze. L’indulgenza può essere parziale (è solo un passo nel cammino di purificazione), oppure plenaria cioè totale (com’è quella giubilare), perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo, facendone una nuova creatura.
Come si ottiene l’indulgenza plenaria?
Essa è concessa, in occasione del Giubileo, al cristiano che segue questi comportamenti:
1) accostarsi con cuore contrito al sacramento della Riconciliazione;
2) compiere un pellegrinaggio in una delle quattro basiliche di Roma o in una delle Chiese giubilari diocesane. Nel visitare queste Chiese si deve partecipare alla Messa oppure ad un’altra preghiera (Lodi, Vespri, Via Crucis, Rosario, Adorazione o preghiera personale ) concluse col Padre nostro, la Professione di fede, la Preghiera a Maria. La preghiera va recitata secondo le intenzioni del Papa, a testimonianza di comunione con tutta la Chiesa.
3) impegnarsi in opere di carità e penitenza che esprimano la conversione del cuore, per opere di penitenza, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, si intendono soprattutto le tre forme seguenti: il digiuno, la preghiera l’elemosina, che esprimono la conversione in rapporto a se stessi, a Dio e agli altri.

GIUBILEO PER ANZIANI E AMMALATI

Papa Francesco ci dice: «Penso a quanti, per diversi motivi, saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo agli ammalati e alle persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa.
Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine.»
«Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa».Vivendo una preghiera personale e, potendo, comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare.»